martedì 31 gennaio 2012

La moralità degli immorali

 Paolo Deotto
ghigliottina

Non faccio certo una grande scoperta dicendo che viviamo in una società che ha ormai fatto una scelta chiara e netta per l'immoralità, intesa nel senso più totale del termine. E' sufficiente riflettere sul fatto che abbiamo leggi, e non solo in Italia, che autorizzano la madre ad uccidere il figlio che porta in grembo. Quando si rende lecita un'azione così sciagurata, si è già fuori da ogni moralità. E poi, potremmo qui elencare tutto il degrado quotidiano della famiglia, dell'educazione dei giovani, della vita sociale. Sono cose che tristemente abbiamo tutti sotto gli occhi.
Ma non c'è mai fine al peggio, e abbiamo costruito una società in cui l'unico parametro di giudizio è quello economico. Abbiamo costruito una UE che è nata, e prosegue trionfante, come confraternita di banche, con i risultati che viviamo sulla nostra pelle.
Ci sono però due cose a cui una società, anche la più ipocrita – anzi, per meglio dire, soprattutto se ipocrita – non può rinunciare: una moralità fittizia e dei nemici.
Una moralità fittizia è importantissima, perché chi esercita il “potere” deve apparire come “giusto”. E se le cose vanno a catafascio, dei nemici sono l'ideale per catalizzare l'attenzione di un popolo che, prima o poi, potrebbe stufarsi di essere preso in giro.
Queste ultime giornate ci hanno mostrato esempi macroscopici di moralità fittizia. Un Governo, che governa fuori da ogni legittimità e che ha appena deciso misure che avranno come unico effetto sicuro un ulteriore impoverimento del popolo italiano, scopre di avere una sua profonda moralità scatenando la caccia all'evasore, con immediato seguito ed esaltazione da parte di una stampa che ogni giorno, fatte le dovute ma scarse eccezioni, appare tristemente stampa di regime.
“Chi mette realmente le mani in tasca agli italiani sono gli evasori”, sentenza il professore col loden, inviato a Palazzo Chigi dal comunista mai pentito Napolitano. Perfetto: due piccioni con una fava. Il Governo finanziario massonico si scava la sua nicchia di moralità: lotta all'evasione! E nel contempo trova un nemico su cui catalizzare l'attenzione popolare: l'evasore, il moderno untore, da odiare perché, laddove la moralità è un fatto puramente economico, chi non paga, o paga troppo poco, è per definizione un immorale. Le tricoteuses sono soddisfatte, anche se sarà da vedere per quanto tempo durerà la loro soddisfazione, via via che i soldi per la spesa saranno sempre di meno. Ma si potrà trovare sempre qualche altro obiettivo contro cui sparare e contro cui indirizzare la sacra indignazione popolare. Intanto qualche bel “blitz” sulle città del turismo di lusso o sui locali notturni non fa mai male. Certo, gli evasori sono da colpire, chi lo nega? Ma se una porno star organizzasse dei seminari sulla verginità, non sentireste un po' di odore di bruciato?
Ma la settimana appena trascorsa ha offerto l'occasione per un'altra apoteosi di moralità dei pubblici poteri: la “Giornata della memoria”.
Qui premetto subito che sono nipote di nonno ebreo, che ho molti amici nella comunità ebraica di Milano e che ho lavorato anche per una casa editrice ebraica. Ciò detto, tanto per tappare la bocca a chi brami di potermi accusare di antisemitismo, torniamo alla Giornata della memoria.
È giusto ricordare l'Olocausto e il “negazionismo” mi è sempre parso, più che criminale, totalmente stupido, perché i documenti e le testimonianze sulla atrocità commesse dai nazisti abbondano, e basterebbero solo le dichiarazioni rilasciate da Eichmann nel corso del processo a suo carico per far capire la realtà del male anche al più ottuso negazionista.
Non voglio neanche soffermarmi sul fatto che la Storia è piena di altri genocidi dimenticati. Il tempo fa giustizia e, ad esempio, la terribile strage degli Armeni è ormai nota a tutti. Mi chiedo spesso quando gli americani sapranno riconoscere lo sterminio sistematico dei pellirossa. Ma non è questo il punto.
Vorrei solo notare la profonda totale ipocrisia di chi ci sommerge di discorsi “perché queste atrocità non si compiano più”, e per altri simili fini, tanto nobili quanto contrabbandati.
Cari signori, difensori delle libertà e anche della “libertà” di abortire, ogni giorno nella libera e democratica Europa si sopprimono 7.500 bambini. L'aborto è la principale causa di morte,con il particolare che è una causa scelta, resa legittima e attuata a carico della pubblica sanità. Chi ha costruito queste atrocità non ha alcun diritto di pontificare e di deprecare le atrocità naziste. È solo ipocrita. Il confronto tra abortisti e nazisti si gioca solo sul piano dell'efficienza, ma l'odio per la vita è lo stesso.
“Perché queste atrocità non si compiano più”! Queste atrocità si compiono, giorno per giorno, nell'indifferenza di una società resa spietata da leggi immorali.
Una preghiera: continuiamo a celebrare nei prossimi anni la “Giornata della memoria”. Ma in silenzio.

Fonte:  Riscossa Cristiana

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