mercoledì 11 marzo 2015

Tornerà la Monarchia in Italia.



225px-P-pioLa profezia di Padre Pio fu rivelata alla Regina Maria Josè.
In una missiva il Santo da Pietralcina, venerato da milioni di persone in tutto il mondo avrebbe confortato la Regina spiegandole che tornerà la Monarchia in Italia e che un suo parente sarebbe diventato Re.
“Il ramo principale si rinsecchirà”-avrebbe detto il Santo-”ma la famiglia ritroverà la gloria di un tempo da un ramo secondario che darà un Re all’Italia.”
Sul sepolcro del Padre, sarebbe raffigurato un bassoriglievo che ritrae Aimone di Savoia ragazzo, con il collare dell’Annunziata ed in ginocchio.
All’epoca della morte del Santo, Aimone di Savoia, che fu invitato dai frati alla canonizzazione del Santo da Pietralcina, aveva poco più do un anno.
La somiglianza con la scultura è però sbalorditiva.
Un curioso articolo apparso su un settimanale nelle scorse settimane, ha riportato una delle profezie di Padre Pio, il Santo da Pietrelcina venerato e pregato da milioni di fedeli in tutto il mondo, riguardante la restaurazione della Monarchia in Italia.
Che il Santo da Pietralcina avesse simpatie monarchiche e che avesse davvero profetizzato il ritorno in Italia della Monarchia è fatto accertato e conosciuto, anche se quasi totalmente sottaciuto da almeno vent’anni. Veniamo ai fatti riportati.
Durante l’esilio ginevrino, la Regina Maria Josè, moglie di Re Umberto II, tenne una corrispondenza con il santo, che la consolava delle sofferenze patite all’estero a causa della lontananza forzata dall’Italia che le era stata imposta.
Su una lettera indirizzata alla Regina, il Santo scrive: “Maestà, la Monarchia tornerà in Italia, e un suo parente diventerà Re”.
A molti sembrerà incredibile, eppure il santo già aveva dato una amara previsione alla stessa Maria Josè, e questa, puntualmente, come aveva avvertito il santo si realizzò.
Sul finire degli anni trenta la Regina si recò in pellegrinaggio a fargli visita e il Santo la sorprese, profetizzandole la fine della Monarchia di li a poco e avvertendola di stare pronta, perché non avrebbe avuto quasi neanche il tempo di accorgersene per la velocità con cui si sarebbero susseguiti gli eventi, che come si sa la avrebbero destinata all’esilio.
Con tutta probabilità invece, nella previsione sulla restaurazione monarchica in Italia, Padre Pio individuò anche e con grande probabilità l’identità del futuro Re d’Italia. Nella lettera scritta dal frate, non è indicato un discendente diretto del ramo Savoia – Carignano, e quindi della famiglia di Vittorio Emanuele.
Anzì per quel ramo di Casa Savoia il frate scrisse che sarebbe “rinsecchito come foglie secche su di un albero”. “Un diverso ramo di Casa Savoia, restaurerà la Monarchia in Italia, -continua il Santo nella missiva,-e riporterà Casa Savoia alle antiche glorie e agli antichi splendori”.
Sembra netta l’indicazione per il ramo Savoia – Aosta, di cui il Principe Amedeo è Capo, e che è riconosciuto come Capo di Casa Savoia in data 9 luglio 2006, dalla Consulta dei Senatori del Regno, organo creato da Re Umberto II negli anni ‘50.
Amedeo di Savoia, è riconosciuto Capo della Casa Reale anche da alcune sorelle di Vittorio Emanuele, tra cui Maria Gabriella, che più volte si è dichiarata indignata del comportamento “non consono per un Savoia” tenuto dal fratello.
In occasione dei festeggiamenti tenuti in onore del riconoscimento da parte della Chiesa di Roma della santità di Padre Pio, i frati del monastero, interpretando presumibilmente il volere di questi, non invitarono un rappresentante delle autorità statali alle cerimonie religiose, ma vollero e ottennero la presenza di Aimone di Savoia, figlio ereditario del Principe Amedeo.
Proprio nella cripta del Santo, un bassorilievo riporta l’immagine di Padre Pio intento a predicare.7908_10200653178764924_1928501624_n
Di fronte a lui sono rappresentati un gruppo di persone raccolte in preghiera e tra di queste spicca un giovinetto vestito in abiti modesti dell’età apparente di circa quindici anni. Il ragazzo rappresentato lascia increduli chi osserva il bassorilievo in quanto indossa riconoscibilissimo un Collare dell’Annunziata e perché è identico al Principe Aimone di Savoia all’età di quindici anni.
Ma il bassorilievo venne realizzato quando Aimone di Savoia aveva solo un anno, quando il santo morì.
Come poteva l’artista realizzare una raffigurazione così precisa? Si è alluso sulla stampa che il santo avesse in qualche modo ispirato l’opera.
Intanto proprio il luglio scorso il Principe Aimone è stato incaricato dal padre di riorganizzare gli Ordini Dinastici di Casa Savoia dopo i recenti scandali sulla loro gestione da parte di Vittorio Emanuele.
“Intendo eseguire il volere testamentario di Re Umberto II al riguardo, -ha spiegato il Principe in una recente intervista, – e tutti i Collari dell’Annunziata, creati da Vittorio Emanuele dopo il 1983, dovranno essere restituiti e portati a Roma dove verranno deposti all’Altare della Patria.
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